Beni culturali e musei costituiscono ormai una realtà nel settore della società dell’informazione, questo fenomeno è infatti alla base di molti programmi della Commissione Europea.
L’utilizzo delle nuove tecnologie ha cambiato sia i musei che il modo di relazionarsi del pubblico con essi. Nel corso dell’ultimo decennio, soprattutto, i musei sono andati incontro ad una serie di trasformazioni dovute sia a fattori interni, che riguardano le nuove caratteristiche e le competenze loro richieste, sia a fattori esterni, cioè i mutamenti socio – economici che hanno investito il mondo dei Beni Culturali. Sono sorte, infatti, nuove alleanze con il settore privato, con lo scopo di colmare il ritardo dei musei, delle biblioteche e degli archivi italiani nel campo dell’informatizzazione e digitalizzazione.
Uno studio riportato dall’EPOCH Research Agenda sottolinea che la maggior parte delle istituzioni di piccole e medie dimensioni, che costituiscono oltre il 90% di tutte le organizzazioni, ha difficoltà nel coprire i costi totali di gestione per le più avanzate applicazioni di Information and Communication Technology che vanno al di là di un semplice sito web o di un sistema di gestione di raccolta dati. I fattori che sembrano accentuare questo problema sono la mancanza di personale specializzato e un budget operativo molto limitato. Per quanto riguarda il primo fattore bisogna considerare che, nella maggior parte dei casi, nelle istituzioni di piccole dimensioni, il personale ammonta a circa 5 persone tutte occupate a tempo pieno in attività core business (si tratta di archivisti, bibliotecari, ecc.); a proposito, invece, del secondo fattore individuato, occorre osservare che le piccole istituzioni hanno un limitato budget operativo (circa 100 mila euro) che permette loro un margine di manovra molto limitato, soprattutto se l’investimento consiste in nuove tecnologie.
La situazione cambia un po’ nelle istituzioni di media dimensione, che hanno invece un budget pari a circa 1 milione di euro, ma pur sempre non sufficiente per questo tipo di investimento. Una soluzione a questi due grandi ostacoli potrebbe essere quella di formare i dipendenti, fornendogli almeno le basi per l’uso delle tecnologie basilari come sistemi di gestione e raccolta, adottare applicazioni che hanno una probabilità di essere adottate da molte istituzioni in modo da ottenere domande robuste e abbordabili. Si dovrebbe quindi prediligere un approccio “bottom-up” che parta con la raccolta di dati e la loro trasformazione; in questo modo si riducono i costi di digitalizzazione, si migliora l’accessibilità e la fruibilità delle risorse digitali. Però, per questo tipo di approccio, diventerebbe necessario e di considerevole importanza la formazione del personale.
Nel grafico seguente si possono osservare come, in base al tipo di istituzione culturale sia essa un museo, un sito archeologico o un monumento storico, cambia l’interesse nei confronti dei diversi settori tecnologici.
Dal grafico risulta che i settori che stimolano maggior interesse sono quello riguardante la rappresentazione e la registrazione dei dati e quello riguardante la business intelligence come databases e Knowledge management. Il considerevole interesse nei confronti di monumenti e siti archeologici è generato dal fatto che le nuove tecnologie digitali danno la possibilità di monitorare le condizioni fisiche di questi come l’umidità, la corrosione, il degrado dei materiali, ecc. I musei mostrano invece più interesse nel campo della business intelligence in quanto più attratti dalla digitalizzazione degli oggetti come la scansione 3D.
Con l’applicazione delle nuove tecnologie il pubblico ha potuto sviluppare un accesso più ‘democratico’ alla cultura in base al proprio background culturale e ai suoi differenti interessi anche attraverso una gestione personale di tempi, spazi e percorsi cognitivi, segno che la rivoluzione tecnologica ha generato anche una rivoluzione culturale legata al valore dell’informazione.
Le caratteristiche che hanno contribuito a rafforzare il legame tra tecnologia, arte e cultura sono fondamentalmente tre: l’importanza della base visiva, l’interattività e la connessione. La prima è ovviamente rilevante in quanto le opere d’arte (dipinti, monumenti, siti archeologici, sculture) sono apprezzabili e comprensibili principalmente per la loro componente visiva ed estetica; la seconda caratteristica è molto importante perché è in questo modo che avviene la comunicazione, l’apprendimento e l’elaborazione delle conoscenza in ambito culturale; infine la possibilità di connettere in tempo reale l’opera d’arte con tutti i suoi legami contestuali, risulta molto utile per comprenderla pienamente attraverso la rapida individuazione del contesto storico e geografico nel quale le opere si sono formate, la possibilità di confrontare con facilità l’opera con altre dello stesso autore e/o dello stesso periodo, di consultare la documentazione relativa e di ricomporre collezioni che nel corso dei secoli sono state smembrate e i cui pezzi si trovano sparsi per il mondo.
In molti musei, però, l’uso delle tecnologie si osserva solo in:
- Semplici applicazioni multimediali interattive: consistente in Cd Rom e Dvd contenente informazioni in formato video, immagini e suono. Queste applicazioni hanno avuto il loro massimo impiego negli anni ’80 e ’90 e poi sono stati completamente sostituiti dal web che è più dinamico, oltre che un ottimo mezzo capace di diffondere contenuti complessi raggiungendo un target elevato di utenti.
- Reti museali: in queste reti partecipano siti web dedicati ai musei e alle altre associazioni culturali. In questo modo l’istituzione diventa maggiormente riconoscibile a livello nazionale e europeo, specie se consideriamo le piccole e piccolissime istituzioni che grazie a queste reti riescono ad avere maggiore visibilità. Solitamente le reti si sviluppano tra istituzioni simili oppure in base alle tematiche trattate o in base all’area geografica di appartenenza. Lo sviluppo di una rete consente la standardizzazione delle attività di promozione e di offerta di alcuni servizi; inoltre, l’aggregazione di risorse porta ad un abbattimento dei costi legati a questi elementi. Lo scambio di informazioni consente ai membri delle reti museali di sfruttare le economie di scala per migliorare l’attività promozionale e di conseguenza anche l’immagine del museo.
- Audio guide: questa tecnologia consente al visitatore di un museo di intraprendere la visita avvalendosi del supporto di una guida audio che fornisce spiegazioni e informazioni su quanto si vedrà. Le audio guide più utilizzate sono quelle che permettono un ascolto individuale e consentono all’utente di programmare alcune caratteristiche quali la lingua e il tempo di visita. Molto diffuse sono anche quelle ascoltabili da gruppi o quelle installabili sui bus durante gli itinerari dei gruppi organizzati.
- Guide multimediali: inteso come un insieme organizzato di contenuti sulle opere artistiche, sugli itinerari turistici e su argomenti di architettura, restauro, ecc. offerti su un supporto informatico che utilizza contemporaneamente più media quali audio, video e testo. Queste guide possono usare diversi supporti informatici come postazioni multimediali, pannelli interattivi, Cd Rom e Dvd.
- Sito web.