lunedì 11 maggio 2009

Anaciclosi cognitiva


Due immagini a confronto la prima rappresenta un dipinto di Maurits Escher, Galleria delle stampe e l'altra un ciclo definito con il termine di anaciclosi cognitiva.

Il quadro di Escher è il modo "artistico" di rappresentare il concetto di anaciclosi cognitiva. In questo quadro infatti il visitatore osserva una stampa all'interno di una galleria museale, la stampa che sta osservando rappresenta una città che poi diventa la stessa città che include sia la galleria che il visitatore stesso. Quindi la prospettiva di osservazione si ribalta dando l'illusione all'osservatore di essere dentro e fuori il quadro. Questo è esattamente quello che una ricostruzione virtuale dovrebbe apportare ad un osservatore di un opera d'arte.

Il sentirsi parte di un opera d'arte e interagire con essa, fa sviluppare l'apprendimento definito "situato". Jean Lave, un noto antropologo sostiene che questo è il tipo di apprendimento più frequente che consiste nell'assimilare i contenuti tramite attività. Dal punto di vista di chi apprende, l'apprendimento situato non è intenzionato ma derivante spontaneamente dall'interazione, cioè dall'essere coinvolti in una comunità di pratica. 

L'alternanza tra virtuale e reale creerebbe la circolarità dell'informazione, uno scambio informativo e quindi nuova conoscenza questo è quello che si definisce anaciclosi cognitiva, rappresentato appunto nella seconda immagine.
Bisogna considerare il virtuale e il reale come due ontologie che si scambiano continuamente contesti e informazioni generando significati in quanto stimolano la percezione e l'interazione fra realtà.  
Il virtuale in quanto ontologia moltiplica gli schemi e ne ribalta l'effetto definendo l'informazione su più livelli di apprendimento.

 




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