giovedì 7 maggio 2009

I vantaggi apportati dalla modellazione 3D al patrimonio artistico


·         Identificazione, sorveglianza, conservazione e restauro.

Le tecnologie introdotte recentemente permettono di rilevare e rappresentare con notevole accuratezza oggetti tridimensionali come sculture e reperti archeologici ma, anche, strutture architettoniche.

Le opere d’arte quindi, sottoposte a costante minaccia: inquinamento atmosferico, calamità naturali, turismo, ecc. possono trovare nella modellazione 3D uno strumento estremamente potente per migliorare l’identificazione, la sorveglianza, la conservazione e il restauro dell’arte.

·         Studio effettuato in modo approfondito.

Le ricostruzioni virtuali hanno bisogno di molte più informazioni rispetto a quelle che necessita un normale disegno. Queste ricostruzioni infatti hanno la potenzialità di generare un livello di dettaglio che è difficile da trovare in disegni di siti archeologici o piantine. Infatti, quando, ad esempio, per un disegno si ha bisogno solo di informazioni relative all’altezza degli edifici, al numero dei pilastri, alle dimensioni delle pareti o al tipo di materiale usato per una ricostruzione, occorrono informazioni riguardanti la forma del soffitto, le parti interne, le parti esterne come i giardini, il cortile, l’altezza delle arcate e altre informazioni molto esaustive. Quindi, per ottenere tutte queste nozioni in più, affinché non ci siano punti vuoti nelle ricostruzioni, lo storico deve effettuare uno studio più approfondito basato su nuove risorse e comparazioni, migliorando così i metodi di ricerca tradizionali. Il problema però a cui si va incontro è quello di far intendere agli utenti che le rappresentazioni tridimensionali siano completamente accurate;  c’è il rischio, cioè, che non venga considerata la possibilità che si tratti di un’ipotesi ricostruttiva, creata appunto dai limiti della comprensione della storia. Le teorie o le varie ipotesi rappresentate costituiscono un altro vantaggio a favore dello studio e quindi della ricerca in quanto l’abilità di processare e manipolare una grande quantità di dati  derivanti da differenti studi e interpretazioni e le relative ricostruzioni tridimensionali, risultano essere facilmente comprensibili e aiutano le discussioni riguardanti ipotesi scientifiche su costruzioni, ambiente, ecc. che ora sono distrutti o di cui si hanno poche informazioni.

·         Facilità di gestione dei dati.

I modelli virtuali consentono una facile e veloce rappresentazione di ipotesi alternative come anche l’inserimento di nuovi dati, così la modifica del modello può essere istantaneamente vista e quindi discussa. La disponibilità di modelli virtuali tridimensionali di manufatti apre la strada a studi comparativi in cui lo sviluppo di specifiche soluzioni tecniche può essere visto in relazione al tempo e la loro diffusione delle stesse studiato in relazione allo spazio. L’individuazione di siti affini facilita l’analisi dettagliata tenendo in considerazione i possibili stili architettonici antecedenti o discendenti delle costruzioni. Inoltre, anche nel campo del controllo delle deformazioni strutturali, del recupero e del restauro, la gestione dei dati aiuta a pianificare meglio i lavori, definire i materiali utilizzati in precedenza per constatarne la resistenza e la durata. Attraverso la registrazione di interventi di restauro via via eseguiti, sarà possibile costruire una banca dati ricca di informazioni;  in questo modo si crea una “mappa di criticità delle strutture” capace di controllare, nel tempo, il comportamento dell’efficacia dei prodotti usati negli interventi di restauro, la localizzazione dei materiali, la ricorrenza del degrado, ecc.. La creazione di un database multimediale e multidisciplinare, attraverso un complesso di reti informatiche, permette una rapida ed esauriente diffusione dell’informazione .

·         Riduzione dell’ammontare degli interventi invasivi.  

Spesso i siti archeologici sono costituiti solo da tracce, fondamenti di muri, ecc. e spesso si interviene su questi resti in maniera invasiva per portare in vita edifici con il fine di avere una maggiore comprensione. Con le ricostruzioni 3D è possibile effettuare una ricostruzione virtuale senza interventi reali. Un esempio di un intervento invasivo è possibile vederlo sul Colosseo a Roma. Oggi il monumento è abbastanza intatto ma non è per niente uguale a come era in antichità. Inoltre la ricostruzione 3D aiuta gli archeologi a determinare in maniera più precisa il sito reale nel quale lo scavo ha avuto luogo, e valutare il probabile valore della scoperta riducendo così l’ammontare delle attività archeologiche invasive richieste.

·         Comunicazione, didattica e svago.

La combinazione tra tecniche di narrazione, come filmati in 3D con libera interazione e navigazione, è un aspetto molto importante per incrementare la comprensione. L’applicazione dell’ICT in questo campo rappresenta un ausilio notevole per l’insegnamento della storia, in quanto offre nuove opportunità per attrarre studenti in una costruzione attiva di conoscenza legata alla completa e più intuitiva percezione dello spazio. Inoltre, si possono mostrare anche opere che per vari motivi sono state chiuse al pubblico o sono state completamente distrutte.

Malgrado i diversi vantaggi individuati, in archeologia l’uso sistematico e corretto di modelli 3D per la documentazione e conservazione di siti culturali ha una storia molto recente i motivi sono legati all’alto costo del prodotto 3D, alle difficoltà nell’ottenere modelli 3D realistici e precisi, alla considerazione che il 3D sia solo un fattore opzionale all’indagine e alle difficoltà nell’integrare dati 2D e 3D.

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